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ATLETICA | 17 febbraio 2025, 18:59

Atletica: Mezza Maratona di Barcellona

Atletica: Mezza Maratona di Barcellona

Xavier Chevrier (1990, Atl. Valli Bergamasche) ha brillato durante la Mezza Maratona di Barcellona, corsa domenica 16 febbraio. Concludendo la gara in 1h01’56" e piazzandosi al 20o posto, ha migliorato il suo record personale sui 21 km di 2 secondi, rispetto al tempo di 1h01’58" registrato nella Mezza Maratona di Berlino del 2022. Questo risultato gli consente di conquistare il pass (mi- nimo fissato ad 1h02’00) per i prossimi Campionati Europei di corsa su strada, che si terranno il 12 e 13 aprile a Bruxelles e Lovanio.

Nella stessa gara cade anche il record modiale della mezza maratona con l'ugandese Jacob Kiplimo che corre in 56’42, primo di sempre in meno di 57 minuti e Yeman Crippa che scende sotto lora per la seconda volta nella mezza maratona (59’52").

Sul suo risultato Chevrier racconta: "Sicuramente gli ultimi mesi di questo inverno, così gratificante anche dopo Valencia, sono stati improntati su questa gara, dove avevo un duplice obiettivo ambizioso. Ormai alla luce dei miei 35 anni, volevo provarci: abbassare il mio personale, che risaliva a Berlino 2022, quando avevo la motivazione della futura nascita di mio figlio, e tentare di stare sotto i 62 minuti, così da mettere un tassello importante per il minimo di qualificazione ai Campionati Europei di Mezza Maratona e Corsa su Strada di Bruxelles. E voilà, ho fatto il minimo, insieme alla 10 km di Valencia! Sono molto contento perché, secondo me, non sono arrivato con la stessa forma di Valencia: ho avuto qualche intoppo fisico, dovuto un po’ al periodo, al picco di influenza che c’è in giro. Per fortuna l’ho presa la settimana scorsa. Un virus intestinale mi ha messo al tappeto per tre giorni, che in realtà ho sfruttato anche per riposarmi ma avrei preferito evitarlo! Se fosse successo questa settimana, probabilmente non sarei nemmeno partito, quindi cerco di vederla come una cosa positiva. Ho avuto anche una notte travagliata: venerdì non abbiamo dormito molto con i bambini, quindi sono arrivato alla gara con più dubbi che certezze. Ero molto stanco, anche ieri sera e nel pregara non avevo buone sensazioni. Però stamattina bisognava resettare tutto. C’era solo da trovare dentro di me le motivazioni che mi porto dietro ogni volta e in ogni gara, per cercare di colmare le fatiche. L’idea era di tenere un ritmo ambizioso, intorno ai 2’55" al km, che credevo di avere nelle gambe. In realtà, ho sbagliato di poco la stima. 

Come a Valencia, mi sono fatto portare dai vari gruppi, circondato da tantissimi campioni. Il mio gruppo di partenza era come un’olimpiade: accanto a me c’era Kipruto, che oggi ha fatto il record del mondo, Abdi Nageeye, vincitore della maratona di New York dello scorso anno, Amanal Petros e Eyob Faniel e Yeman Crippa. Partire con loro era già qualcosa da pelle d’oca! Mi sono detto: goditi questo viaggio di 21 km, fatto di fatica ma anche di gratitudine, per essere arrivato fino a qui. È stato un percorso bellissimo, costruito con il mio allenatore Paolo Germanetto, quasi interamente sulle ciclabili della Valle d’Aosta, tra Fénis e Gressan, con il supporto dei ragazzi del Team Nord Ovest, con Henry e di tante persone che mi sono state vicine: la mia famiglia, la mia capo-attrice di lavoro, che mi permette di allenarmi in una buona situazione pur lavorando. Ogni volta mi riprometto di togliere meno spazio alla mia famiglia, perché la carriera sta finendo, ma poi vedo la loro felicità quando torno a casa realizzato ed è il regalo più bello. La gara è partita veloce, come avrai visto. Mi sono ritrovato in un gruppo di fenomeni e mi sono fatto trasportare fino al decimo chilometro, che abbiamo passato in 29’06" non troppo più lento del mio personale sui 10 km. Lì mi sono detto: "Mamma mia, cosa succederà adesso?" 

L’idea era di passare tra 29’20" e 29’25", invece è stato 29’06", ma ancora sotto controllo. Poi, dal 13ž al 16ž km, sono entrato in crisi. Il ritmo ha iniziato ad alzarsi pericolosamente, quasi ai limiti dei 3’ al km. Per fortuna non ero solo, come spesso accade in queste gare: sono rimasto con un portoghese, un inglese e un altro ragazzo che mi hanno aiutato a tenere il passo, come se mi avessero dato una mano. Dal 18ř km ci siamo ripresi e siamo tornati a correre sotto i 3’ al km. L’ultimo tratto è stato solo una questione di testa, perché non avevo più benzina. Ho iniziato a fare i miei soliti calcoli mentali: "Mancano poco più di 3 km dai, l’ultimo 2000 l’ultimo 1000". Quando comincio a fantasticare così, è perché la fatica ha preso possesso del mio cervello ed ero veramente finito. Per fortuna, come a Berlino, quando siamo stati sotto l’1h02’, ci siamo ritrovati in un volatone generale. Sorpassi su sorpassi, poi tutti sul tappeto azzurro degli ultimi metri. Ho guardato il Garmin: 1h01’40". Ho iniziato a contare: 41, 42, 43 testa bassa, e via. È uscita questa gara pazzesca. Sono davvero molto, molto contento! Ora vediamo cosa succederà. Il mio tassello l’ho messo, la mia parte l’ho fatta in ottica Bruxelles. La decisione non dipende più da me: ci saranno altri ragazzi che correranno forte. Certo che sarebbe un regalo incredibile anzi, un regalo no: me lo sono guadagnato. Sarebbe qualcosa di unico fare una nazionale su strada dopo il lontano 2016".

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